Plutarco, vissuto nel I secolo d.C., scrisse alcune brevi opere di estremo interesse e più che mai attuali, denominate i Moralia.
Ne fa parte il De esu carnium - Del mangiar carne, una sorta di "manifesto" contro l’usanza dell’epoca di mangiare carne.
In questo breve saggio, che ci è giunto incompiuto, l'autore, dimostra il suo profondo amore per gli animali, ed esprime con veemenza e con motivazioni del tutto logiche, il suo disgusto e il suo disprezzo per gli uomini che si cibano di carne.
In questi due discorsi, Plutarco, che apparteneva alla corrente di pensiero platonica, non tralascia di citare l’antesignano ispiratore Pitagora, convinto assertore della reincarnazione, che proibiva categoricamente ai suoi seguaci di cibarsi di carne.
Plutarco pone inoltre l’accento sul rispetto che l'uomo deve agli altri esseri viventi, che come lui sono fatti di sangue e carne e sono dotati di sentimenti.
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